4 – Fuoco e fiamme

Ches 27

Cosa sia questa fantomatica Torre del Bastone Nero non è difficile da scoprire: si lega al nome di Vajora, che gestisce l’Accademia dei Maghi. Lo stesso Rednoras, che sembra conoscere la fama sinistra del luogo, sconsiglia di andare.

Mi faccio coraggio, acquisto un vassoio di dolci, mi metto l’abito buono e seguo Harael e Gunther in questo pellegrinaggio. La Torre stona sull’ambiente circostante, e dall’esterno sembra fissarmi in modo sinistro. Una volta dentro, l’effetto termina all’istante: misteri dei sortilegi…

Vajora è assai diversa da come mi aspettassi: una donna di colore, relativamente giovane, non certo il classico stregone dalla barba bianca e dalla pelle incartapecorita. Fatico a celare il mio stupore.

Ci chiede, con una certa spudoratezza, di entrare a far parte di un sottogruppo a lei connesso, definito Mani Grigie, che risolva piccole problematiche in città, e ci concede due giorni di tempo per pensarci. L’impressione che Vojara mi ha fatto è buona, ma non devo e non posso farmi distrarre dai miei obiettivi, assai più prosaici ed a lungo termine. Harael, invece, sembra essere stata catapultata nel Paese dei Balocchi, e chiede con insistenza di vedere una certa qual biblioteca.

Dopo cena, decidiamo di trascorrere un po’ di tempo al Portale, in una serata in cui Yagra sembra dare il meglio di sé. Harael, evidentemente ancora in preda all’euforica ebbrezza della Torre, decide di andarci a fare due chiacchiere, venendone allontanata in gran fretta. Red, il suo compagno, sembra intanto amareggiato e fuori luogo: troppa burocrazia, troppi muri, troppe pietre lo stanno facendo disamorare di questo viaggio, e nemmeno il vino offerto da Volothamp, Renar e Floom sembra riuscire a rasserenarlo.

Giunge il momento di giocarsi la prima copertura, di far girare il mio nome su un binario ben specifico. Afferrato il mio mazzo di carte, mi metto a giocare, nel mio classico modo: prima parte da coglione, fine serata da leone. Prima perdi, poi vinci. Prima vieni umiliato, poi umili. Tutto secondo i piani, ma occhio al suggerimento del locandiere: puntata massima 5 Dragoni!

(NOTA 1: verificare se questa regola valga solo per la Locanda del Portale o per tutte le locande e taverne di Waterdeep)

Al mattino dopo, appena sveglio, decido di seguire il piano pedissequamente, recandomi alla Gilda degli Scrivani, prendendo un appuntamento per un test nel primo pomeriggio dell’indomani. Si tratta di una tappa fondamentale per il mio futuro, e non devo fallire. Per questo motivo, decido di ricorrere ad una “spintarella”, scrivendo una lettera a Renar, chiedendogli di poter mettere una buona parola per me, e portandola alla Locanda del Portale.

Una raccomandazione, insomma. Nel mondo di oggi, si va avanti anche così….

Nel frattempo, non ho ben capito cosa stiano facendo gli altri. Rednoras sembra preoccuparsi di gestire i mille rappresentanti di Gilde che i presentano alla nostra locanda per offrire i propri servigi, mentre Gunther deve gestire le paturnie amorose del giovane Perry, che è decido a fidanzarsi con la sua ragazzetta. Voleva regalarle un anellino da un dragone! Un solo dragone!!!

Imparerà presto che non esiste una seconda possibilità di fare una prima impressione: mi sono permesso di regalargli cinque Dragoni, è bene tenerselo buono, potrebbe essermi assai utile come messaggero per Garlen.

A metà pomeriggio vengo letteralmente sconvolto dal messaggio mentale inviatomi da Vajora, che mi chiede della mia eventuale scelta. Prendo tempo, ma è comunque impressionante da quale distanza siderale ella sia in grado di comunicare. La Torre è decisamente fuori dalle mie possibilità, e quindi educatamente desisterò…

Gunther e Harael, invece, hanno deciso di tornare alla Torre per effettuare l’iscrizione ed accettare l’offerta. Trascorro il tempo con Rednoras a rimettere in ordine la locanda: dopo un paio d’ore di chiacchiere e mezza birra, devo dire che pensavo che fosse peggio. Non è certo un barzellettiere nato, ma sa come gestire le cose. Quasi tutte, eccetto la sua futura moglie, che acquista un vestito ben oltre le sue possibilità…Che faccia che ha fatto! Povero lui, forse è stato soggetto ad un filtro d’amore di Harael…

Alla sera, un tormento. “La caduta di Tiamat” a teatro, in gigantese.

Praticamente, una flagellazione sui genitali con un gatto a nove code.

Fingendo di essere sordomuto.

Nel nome degli dei, ma chi me lo ha fatto fare…

Nell’intervallo, ci rechiamo presso il palco di Myrt, ex compagno di avventure di Durnan, che ha anch’egli una proposta per noi: diventare Arpisti.

È davvero troppo per me, e torno in locanda, necessitando di sonno.

Al mattino, mi alleno per due ore in calligrafia: non posso fallire il test! Scendendo però in sala comune, il ritmo vitale si velocizza parecchio, poiché noto su uno dei tavoli un cesto pieno di teste d’aglio. Un messaggio chiarissimo, una chiamata!

Corro via, inseguito da Rednoras. Potrei agevolmente seminarlo, ma lo lascio fare: penso che anche lui potrebbe essermi utile, nel caso in cui sia necessario trarmi d’impaccio. Lo faccio però attendere ad una certa distanza, mentre mi reco alla bancarella ad acquistare altro aglio e a parlare con Garlen.

Ed ecco qui che esce fuori il filo dal gomitolo di mia competenza. La richiesta di Garlen non è ufficiale, ma è assai ufficiosa: di fronte alla guerra civile che sta incombendo, Garlen mi chiede di schierarmi con gli Zhentarim. Si tratta di una società segreta fin troppo malvagia per me e per i miei interessi, ma una richiesta della Gilda non può essere rifiutata: dovrò fare un doppio gioco assai rischioso, e dovrò farmi coraggio. Molto, molto coraggio.

(Nota 2: delineare piramide di potere degli Zhentarim a Waterdeep)

Mi scopro con Rednoras, non essendo più possibile tenere troppe maschere sul volto allo stesso tempo. Nel descrivergli i miei obiettivi, sembra apprezzare la mia prudenza e pare aver compreso i miei tentennamenti ed i miei obiettivi. È meno peggio di quello che pensassi, il bastone nel culo lo ha solo Gunther (ma questo lo si intuiva già dal viaggio in nave!).

Tra le continue visite di negozianti e Gilde, Rednoras si occupa di rimediare dei soldi per continuare i lavori della locanda: li ottiene nell’unico modo possibile, il medesimo che avrei seguito anche io, ossia chiedendoli a Renar, riscattato dai briganti. 500 Dragoni, bene così.

A pranzo si presenta persino il cantastorie Tre Corde, l’impresentabile bardo di qualche giorno fa che ha però di certo qualcosa da nascondere. Mi interessa però di più una strana conversazione fra Gunther e Red, circa una fantomatica tribù degli Orsi Blu, convertita da alcuni sacerdoti che la allontanarono dal culto di Uthgar. Sembravano abbastanza fomentati al riguardo, devo approfondire! (NOTA 3: cos’è la tribù degli Orsi Blu?)

È ora del famoso test presso la Gilda degli Scrivani. Tensione ed un pizzico di emozione, parto col piede sbagliato e poi mi sciolgo: l’allenamento è stato assai proficuo, le dita erano rilassate, e l’esercizio di copiatura dei fregi è stato perfetto.

Sono stato accettato con riserva, a causa della mia incapacità di leggere e scrivere l’elfico. Turno quotidiano dalle 8.00 alle 14.00 per un intero mese, con domenica libera. Torno assai soddisfatto in locanda!

L riunione serale è impegnativa, con Red come oratore: questione soldi, gestione della locanda, e misteriosa missione Spaventapasseri, richiesta proprio da Tre Corde in nome e per conto di Myrt e degli Arpisti. Sono soldi facili, e si può fare in nottata! Dobbiamo muoverci! Permetterà di far girare il nome e di farmi dormire un po’ prima del mio primo giorno di apprendistato.

Dopo mezzanotte siamo tutti fuori città, nella zona delle fattorie. I miei compagni sembrano andare sempre e comunque allo sbaraglio: se si devono affrontare degli spaventapasseri, ovviamente servirà del fuoco. Mi sono rimaste solo 18 frecce, e quindi decido di sacrificarne tre per trasformarle con pezze d’olio in dardi infuocati. So che mi saranno utilissimi contro la paglia dei mostri!

Per oltre tre ore, vediamo solo campi e mucche. Il grande nulla.

Finalmente, ad un certo punto, sulla cima di una collina, intravedo la sagoma di uno spaventapasseri che poi mi svanisce nel nulla!

 

 

Cazzo! Benedetti mezzelfi e la loro visione notturna!

Afferro la freccia luminosa incantatami da Harael e la scaglio verso la collina, per avere almeno un punto di luce. Da quel momento, scoppia l’inferno.

Non sono tanto le spadate a fare effetto, quanto le fiammate luminescenti che partono dalle dita di Harael e da quelle di Rednoras. Due tizzoni ardenti, praticamente. Le mie frecce a contatto col fuoco, si infiammano e bruciano per minuti, infliggendo danni massicci.

Un ottimo lavoro di squadra, ma qualcosa va storto. Queste creature fatte di paglia gridano di rabbia, inorridendo chiunque sia attorno a loro. Gli adulti, più o meno, stringono i denti.

Perry, letteralmente, se la fa sotto, pietrificandosi. Se l’era cavato benissimo, scagliando una fiaschetta d’olio ed accendendo la torcia, ma adesso è in trance da paura.

Gli altri sanno cavarsela da soli. Lo porto via di peso dalla scena, accasciandolo sotto un albero, rimuovendoni i suoi pantaloni ormai lerci e sostituendoli con i miei di ricambio. Sono grossi per lui, ma almeno sono puliti. Gettata via la prova del misfatto, attendo assieme a lui l’arrivo degli altri, rassicurandolo.

Nel tornare in città, sono troppo stanco e ho troppo bisogno di riposo per continuare a simulare con Gunther. Abbracciando Perry, gli svelo la verità, parlandogli.

E, ovviamente, il cavaliere col cetriolo piantato nel deretano inizia a fare fuoco e fiamme anche lui, e non dalle mani, facendo il diavolo a quattro affermando di essersi sentito tradito, turlupinato e deriso.

Spero che la notte gli faccia passare di mente questo “tremendo sfregio” al suo onore. Io ho bisogno di dormire 3 ore, non ho tempo per lui: domani inizia la mia perfetta copertura….