5 - I Maghi Rossi (di sangue)

Ches 30

Un sonno breve, ma quanto basta per farmi essere riposato a svolgere le mie prime sei ore di apprendistato. Scendendo nella sala comune, vedo Perry e la sua fidanzatina Chica intenti a rimettere a posto il tutto. Bravi ragazzi!

Ingurgito un sorso di latte e me ne vado alla Gilda, solo per conoscere il mentore più straordinario che abbia mai incontrato: colto, cortese e disinvolto. Meglio di così, non sarei potuto cadere. Le ore sono trascorse in grande rapidità, ed il testo in nanico che mi è stato dato da leggere e riassumere non sembra così astruso. Proverò a stupirlo con una piccola trovata…

Tornando, vado alla Corona di Corellone per acquistare un infuso erboristico che aumenti la mia durata di veglia. La ragazza continua a chiedere di poter adoperare in locanda anche i suoi infusi: vedremo, se ne occuperà Red!

Se il pranzo è caratterizzato da un’atmosfera tesa, con le battutine acide di un Perry silenzioso, nel pomeriggio arrivano le botti di vino Poi quelle di birra. Poi Harael decide di suonare il suo liuto, appena acquistato per la gioia di Red. Questa ragazza è un turbine, mentre Red vorrebbe solo stare tranquillo nell’occhio del ciclone: prevedo scintille quanto prima…

Sono lì a trascrivere, pensando che la confusione non possa peggiorare.

Mi sbaglio di grosso. Grida, strepiti e corse sfrenate: Perry sembra essere stato investito da una carrozza di passaggio. Accorrono le guardie, si fa il check delle escoriazioni del ragazzo, ma con mio stupore non sembra essere questo il dramma del giorno. Harael, infatti, si strugge per non essere stata in grado di…ehmm…usa di continuo la parola “targettare”, che non so bene cosa voglia dire, ma se non ho capito male sembra che indichi l’impossibilità di rendere un soggetto bersaglio dei propri sortilegi.

Per ottenere silenzio, e poter finalmente lavorare al mio riassunto, decido di fare un tentativo, che si rivela corretto: la rimozione dell’anello di fidanzamento dall’anulare di Perry rende possibile, per Harael, essere di nuovo in grado di percepire il ragazzo. Forse abbiamo risolto l’arcano, la sua fidanzatina sembra essere più di quel che sembri…

Nel pomeriggio, nell’andare a recuperare l’infuso, porto con me Gunter. Abbiamo necessariamente bisogno di chiarirci, altrimenti rischieremo di metterci vicendevolmente i bastoni fra le ruote. La chiacchierata è lunga e interessante, e si conclude con quello che militarmente potremmo definire un “accordo di non belligeranza”: vuole portarmi a pregare al suo tempio, che forse sarà una perdita di tempo ma certo non sarà pericoloso, ed io voglio provare a scioglierlo un po’ con qualcosa di imbarazzante che ne tiri fuori la vera personalità, ossia una partita a carte truccata. Vediamo, al massimo ci sarà da ridere…

Pensavo che tutti avessero avuto qualcosa da dire, ma dimenticavo il vecchio Leaf, l’oste spettarle della nostra locanda, che ha qualcosa da ridire sul personale halfling che dovrebbe gestire cucina e servizio. Li ritiene non abbastanza professionali, ed ecco allora lo sbatter di boccali.

Un colpo per il sì.

Due colpi per il no.

Se adesso non fate silenzio e non mi fate scrivere questo riassunto, so ben io quanti colpi arriveranno. Sulle vostre teste, però….

A fine nottata, grazie al prezioso aiuto di Harael ed alla sua mirabile calligrafia elfica, concludo il mio lavoro. Un buon riassunto, anche se scrivere in nanico, dopo tanto tempo che non lo perfeziono, non è il mio forte. In compenso, copio a dovere l’elfico dalla grafia di Harael, al punto tale da rendermene soddisfatto. Red ha ragione, gli elfi impugnano lo stilo in modo differente. Il nanico è runico, l’elfico è poesia. (NOTA 1: trovare il tempo per affinare almeno il linguaggio base elfico, in modo da scrivere le lettere in modo graficamente corretto)

Stanco, vado a riposare.

Il mattino del 29 Ches, ultimo giorno prima della pausa, si contraddistingue per me per un lavoro di catalogazione: pergamene in tre lingue diverse, di annate diverse, di argomenti diversi, da piazzare sugli scaffali. Un lavoro metodico e di biblioteconomia: vengo a sapere che, per la Gilda, la differenziazione preferita è quella di linguaggio, e solo dopo quella cronologica. Buono a sapersi per le future ricerche!

Lunga discussione al mio ritiro, all’ora di pranzo. Bisogna scegliere il nome della locanda: prevarrà, per la soddisfazione di Leaf, “L’OSTE SPETTRALE”, che prevale su altre opzioni. Parecchio staccata la denominazione “IL LIUTO D’ARGENTO”, che Harael cerca di proporre con forza sulla scia della sua recente passione.

Ricevuta una testa d’aglio in locanda, sento la chiamata, mi reco da Garlen al Mercato, accompagnato da Harael. Si vede che la musica ha sedato in lei gli istinti ladreschi, perché pare muoversi fra la folla come un elefante in una cristalleria. Devo abbandonarla, mentre la noto flirtare con un paio di giovanotti, e mi avvio verso il mio contatto.

Da questo momento, accade l’inferno.

Chica, poco distante dalla mia bancarella, si affloscia a terra d’improvviso, afferrata da un uomo ammantato di rosso. Nell’inseguirli, vedo il gruppo montare su una carrozza nera, con tende laterali e posteriori. Si tratta di gente molto pericolosa. Sento su di me un violentissimo influsso magico, a cui resisto con forza di volontà, ma un altro degli sgherri mi svanisce letteralmente davanti.

Altro che i miei metodi di irrilevanza e ricerca del buio. Questo è letteralmente scomparso. Di fronte alla magia valgo assai poco, devo trovare un modo per entrare a farne parte o per tamponarne gli effetti.

(NOTA 2: comprendere la possibilità di incanalare la magia o valutare il costo di rimedi antimagia)

Ora scatta un problema: il soggetto, invisibile, potrebbe seguirmi. Non posso recarmi in luoghi conosciuti, altrimenti diventerebbero immediatamente bersagli futuri. Mi muovo rapido, nella folla del mercato, senza mai entrare in vicoli solitari, e poi cerco di seminarlo prendendo una carrozza privata e facendomi riportare in locanda.

A meno che non avessi dietro di me un cane da tartufi dall’olfatto sopraffino, dovrei aver svolto egregiamente il mio compito.

Spiegato il tutto a Red e Harael, con mia sorpresa vengo a conoscenza di come quei due conoscano i rapitori. Parlano infatti dei cosiddetti maghi Rossi di Thay, gente impura, schiavisti e creatori di non morti.

Forse, e dico forse, un po’ troppo per me. Passi il coraggio di provare a mettere un piede in fallo, ma forse qui stiamo esagerando!

È il momento di andare a chiamare Gunter, che si presenta assieme ad una donna in armi assai appariscente e di bell’aspetto: che anche lui, finalmente, abbia deciso di darsi da fare?

La risposta è ovviamente negativa: si tratta di una sorta di paladina del bene, di campionessa, di sacerdotessa. Insomma, non certo una donna di facili costumi. Grazie a lei, però, scopriamo come nessuna carrozza simile a quella da me vista durante il rapimento sia uscita dalla Porta Nord: in teoria, ciò vorrebbe dire che i rapitori siano ancora in Waterdeep.

Non esiste in città un’Ambasciata per i Maghi Rossi. Esiste però un luogo, inaccessibili alla classe media, dove spesso vengono realizzati affari di lusso, e che potrebbe rivelarsi un luogo di ritrovo. È necessario appostarsi nei pressi dell’edificio, per verificare se qualcuno dei sei da me visti esca.

Dopo un lungo appostamento, è proprio ciò che accade. Lo sorveglio a distanza, sperando di essere seguito almeno da Harael, e così è. Devo fare molta attenzione, poiché per copertura non ho nessuna delle mie armi, né l’arco né il pugnale. Sono a mani nude ad inseguire un pericoloso mercenario armato di sortilegi….

Varca il Quartiere settentrionale, entrando poi in un vicoletto. Seguendolo, lo vedo varcare un cancelletto e poi la porta di un’abitazione. Potrebbe trattarsi del loro quartier generale. Lascio dinanzi alla soglia dell’abitazione la carta “pericolo”, e mi celo dietro l’angolo opposto del vicolo, intravedendo Harael a coprire l’altra estremità.

Passa un tempo relativamente breve, prima che il capo del gruppetto si faccia vedere, varcando la soglia del vicolo, superando Harael ed avvicinandosi al cancelletto. Non posso permettergli di entrare: se lo farà, sarà chiuso fra quattro mura, e l’ingresso diverrà impossibile. Devo confidare in quei missili incantati che la mezzelfa ha dimostrato di saper scagliare dalle sue dita, confidando che siano così precisi e così letali da metterlo a tacere immediatamente.

Spunto fuori da mio angolo, obbligandolo a voltarsi verso di me, e facendogli porgere la schiena ad Harael. Dopo aver fatto ciò, mi ritraggo di nuovo dietro l’angolo del vicolo, sbirciando gli accadimenti.

I dardi partono dalle dita lucenti di Harael. Bene, molto bene.

L’uomo fa comparire di fronte a sé uno scudo lucente e li deflette. Male, molto male.

Da questo momento, vedo cose inverosimili. Fulmini che centrano in pieno la mezzelfa, che resta in piedi per miracolo. L’arrivo arrancante di Red e Gunter (maledette corazze metalliche). L’alzarsi in volo dell’uomo, che grida in lingua sconosciuta e resiste a zaffate di gelo e vampate di fuoco.

Per gli Dei, in che cosa ci siamo cacciati!?

Ci buttiamo tutti nel cortiletto, in breve tempo, mentre l’uomo sfonda all’indietro la finestra al piano alto dell’abitazione. Dalla porta usciranno fra pochissimo i suoi sgherri: afferro quindi l’arco depositato da Red a terra, prendo le mie mille biglie di ferro e le sparpaglio di fronte all’uscio: vediamo se riusciamo, nella fretta a farli volare per aria.

È esattamente ciò che accade, grazie agli Dei! Necessità aguzza l’ingegno. Uno vola letteralmente per aria e l’altro traballa, mentre partono letteralmente incantesimi di ogni sorta, un fuoco incrociato, tra ondate di freddo e scosse tonanti che fanno saltare le biglie come proiettili impazziti da ogni parte!

Faccio appena in tempo di intravedere, dalla finestra, il nostro pericoloso avversario moltiplicatosi in tre o quattro, quando osservo Harael collassare a terra dal nulla. Un attimo dopo, gli occhi mi diventano pesantissimi, ed anche io collasso al suolo.

Quanto mi sveglio, colpito al fianco da una pedata. Red e Gunter sono già all’interno dell’edificio. Tocca a me svegliare Harael, e lo faccio nel mio modo preferito, un po’ subdolo ed un po’ sornione, assaggiandone le forme da sotto la giubba.

Resto fuori, Dall’interno, grida, rumori e rabbia. Non ce la faccio ad entrare, è oltre il mio limite. Arco teso, freccia incoccata, punto la finestra, pronto alla fuga….

Poi, i rumori cessano. Mi viene detto che il mago sarebbe sparito, utilizzando una bacchetta incantata. Afferro alcuni fogli, destinati ad origami magici, ma quel che più importa è aver ritrovato Chica viva, per la felicità di Perry.

La notta è faticosa, con l’adrenalina in corpo.

Al mattino, mi reco al mercato da Garlen, e vengo rimproverato, in modo tutt’altro che bonario. Gli Zentharim, cazzo! Non c’è più tempo da perdere! Dove trovarli, però? I magazzini del nostro primo incontro sono ormai abbandonati…

Poi, l’illuminazione!

Yagra, la mezzorca della Locanda al Portale! Forse potrebbe essere legata agli Zentharim! È la pista da seguire, mentre Red e Harael stanno esaminando, per loro conto, la questione di Chica in quella misteriosa Torre dall’aura malefica….